il gufo che aveva paura del buio di Jill Tomlinson

Ovviamente il momento di lettura condivisa può limitarsi ad un momento legato solo al piacere del leggere, può diventare un momento per affinare la comunicazione attraverso la discussione, oppure può essere lo spunto per creare collegamenti con le altre discipline e sviluppare competenze differenti. Vi presento alcune attività che si possono svolgere partendo dalla lettura di questo libro, considerato in Inghilterra un classico della prima infanzia.

Il famoso racconto di Jill Tomlinson narra la storia di Plop (nella versione italiana Tombolo) , un gufetto che, contrariamente alla sua natura, teme il buio e perciò si rifiuta di uscire di notte per andare a caccia insieme al suo papà. Ma come spesso accade, è la mamma che lo aiuta a vincere le sue paure, convincendolo a uscire. Affrontare proprio quello che ci spaventa di più è una ricetta sicura per acquisire la fiducia in se stessi, così come conoscere ciò che è ignoto significa cessare di temerlo. La struttura del libro è semplice ma al tempo stesso efficacissima: si snoda in una serie di episodi che di volta in volta attribuiscono un pregio al buio, che diventa perciò gentile, affascinante, meraviglioso, necessario e persino divertente. Il valore di questa frammentazione è che, pur seguendo un filo continuativo, ogni episodio è una storia a sé. Ciò evita di imbarcarsi in storie che durino più di un quarto d’ora/venti minuti.

Nel primo capitolo del libro viene presentato il protagonista. Per questo,In collaborazione con l’esperta del laboratorio di Arte, abbiamo deciso di far realizzare a ciascun bambino il proprio gufo. Gli alunni hanno dovuto ritagliare le sagome predisposte e con la tecnica del collage hanno rivestito il cartoncino con pezzi di stoffa colorata. Al termine del lavoro sono stati assemblati tutti i pezzi con dei fermacampioni. Il lavoro è stato poi utilizzato per la mostra di fine anno scolastico.

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